Green Shipping Challenge: la sfida globale per ridurre le emissioni marittime, lanciata alla COP27

Il 7 novembre 2022, durante la COP27 (Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre e l’inviato speciale degli Stati Uniti per il clima John Kerry hanno lanciato la Green Shipping Challenge. L’iniziativa ha il fine di incoraggiare paesi, porti, aziende e altri attori nella catena del valore del trasporto marittimo a impegnarsi concretamente per la riduzione delle emissioni del settore. Durante la COP27 paesi, porti e aziende hanno fatto più di 40 importanti annunci riguardanti innovazioni per le navi, diffusione dei carburanti a basse o zero emissioni e politiche, per contribuire a promuovere l’adozione delle navi di nuova generazione. La sfida prosegue anche durante la COP28, per indirizzare il settore del trasporto marittimo in questo decennio, su un percorso in linea con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius.

Nel 2022, secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), il traffico marittimo internazionale è stato responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di CO2. Focalizzando l’analisi sul settore dei trasporti, invece, il traffico marittimo ha avuto un peso dell’11% circa.

Tuttavia, come osserva il report “CO2 emissions from global shipping” realizzato dall’OCSE, il livello di emissioni di CO2 prodotte dal trasporto marittimo nel 2022 potrebbe essere stato influenzato dall’interruzione del trasporto marittimo a seguito del conflitto tra Ucraina e Russia e dalle relative sanzioni commerciali a carico di quest’ultima.
I dati del report mostrano inoltre che circa la metà delle emissioni totali provengono da navi portacontainer e navi portarinfuse, un quinto proviene dal trasporto di combustibili fossili, petroliere e navi per il trasporto del gas naturale liquefatto (GNL). Infine, le navi di stazza più piccola, come le navi da crociera, hanno un impatto relativamente modesto sulle emissioni totali.

Decarbonizzazione del trasporto marittimo: le nuove direttive internazionali

In questo contesto, accanto alle proposte per la riduzione delle emissioni previste a livello europeo nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”, l’International Maritime Organization (IMO), nel 2018, ha adottato la sua “Initial Strategy”, al fine di consentire la trasposizione dei principi inclusi nell’Accordo di Parigi anche nell’ambito del commercio internazionale via mare.

La strategia, concordata nel 2018 ed entrata in vigore il 1° novembre 2022, ha come obiettivo principale la riduzione del 40% delle emissioni di gas serra prodotti dalle navi entro il 2030, rispetto ai valori di riferimento del 2008.

Nel luglio 2023 l'Organizzazione marittima internazionale (IMO) ha adottato una versione rivista della sua strategia sulle emissioni di gas serra, che mira a raggiungere lo zero netto per il settore entro o intorno al 2050.

I livelli di ambizione che guidano la strategia IMO 2023 sui gas serra sono i seguenti:

  • Diminuzione dell'intensità di carbonio della nave attraverso un ulteriore miglioramento dell'efficienza energetica delle nuove navi;
  • Ridurre le emissioni di carbonio del trasporto marittimo internazionale;
  • Aumentare l'adozione di tecnologie, carburanti e/o fonti energetiche con emissioni di gas serra pari a zero o prossime allo zero affinché rappresentino almeno il 5%, puntando a raggiungere il 10% dell’energia utilizzata dal trasporto marittimo internazionale entro il 2030;
  • Le emissioni di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale devono raggiungere lo zero netto entro o in prossimità del 2050, tenendo conto delle diverse circostanze nazionali, perseguendo al contempo gli sforzi per eliminarle gradualmente come richiesto dall’articolo 2 dell’Accordo di Parigi con riferimento agli obiettivi a lungo termine di mantenimento della temperatura.

L’IMO ha quindi definito dei checkpoint indicativi per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale, articolati come segue:

  • ridurre le emissioni annuali totali di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale di almeno il 20%, puntando al 30%, entro il 2030, rispetto al 2008;
  • ridurre le emissioni annuali totali di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale di almeno il 70%, puntando all’80% entro il 2040, rispetto al 2008.

Alla luce di ciò, nel giugno del 2021, il MEPC 76 (Marine Environment Protection Committee) ha deliberato l’inserimento all’interno dell’Allegato VI della Convenzione MARPOL di specifiche misure, rispettivamente di tipo tecnico e operativo, volte al miglioramento dell’efficienza energetica delle navi: si tratta, in particolare, dell’Energy Efficiency Existing Ship Index (EEXI) e del Carbon Intensity Indicator (CII). Il primo è un indice principalmente legato alle specifiche tecniche della nave, mentre il secondo dipendente dall’attività della stessa.

Il ruolo del CII nella gestione dell'efficienza energetica delle navi

L’indice CII si applica a tutte le navi aventi stazza lorda maggiore o uguale a 5000 GT e determina le emissioni di gas ad effetto serra relative alle operazioni di una nave.
Attraverso la definizione di questo indice è possibile assegnare alla nave, sulla base delle proprie prestazioni operative, un cosiddetto rating CII, variabile su una scala compresa tra A ed E, dove A è il migliore. Il rating indica il livello di performance raggiunto dalla nave che può essere identificato come Maggiore Superiore (A), Minore Superiore (B), Moderato (C), Minore Inferiore (D) e Inferiore (E).

Il livello prestazionale sarà poi registrato in una “Dichiarazione di Conformità” che sarà ulteriormente elaborata nel Piano di Gestione dell'Efficienza Energetica della nave (SEEMP).

Al termine di ogni anno, a partire dal 2024, le navi saranno soggette a verifica. Nello specifico, una nave classificata D per tre anni consecutivi, oppure E per un anno, dovrà presentare un piano di azioni correttive per mostrare come ottenere la classificazione dell'indice richiesta (C o superiore).

In questo contesto, diventa fondamentale per le compagnie di navigazione poter prevedere il rating che una nave otterrà nel corso dell'anno operativo, consentendo di ottimizzare i processi di navigazione attraverso correzioni atte a garantire il rispetto delle normative vigenti. I principali fattori che influenzano questo indice sono la distanza percorsa, il tipo di nave e le sue caratteristiche, nonché il consumo totale di combustibile. Di conseguenza, in caso di non conformità ai livelli di emissione normativi, gli aspetti su cui è possibile intervenire principalmente sono legati al consumo che può essere ottimizzato attraverso diverse tecniche:

  • la limitazione dei carichi dei motori e la riduzione della velocità;
  • l’ottimizzazione delle rotte per ridurre i consumi;
  • il passaggio a combustibili a basso contenuto di carbonio;
  • l’adeguamento delle navi con nuovi combustibili o tecnologie ad alta efficienza energetica;
  • la pulizia dello scafo per ridurre la resistenza idrodinamica;
  • l’installazione di energia ausiliaria solare/eolica per i servizi a bordo.

In definitiva, comprendere e prevedere il rating di una nave è cruciale per le compagnie di navigazione al fine di mantenere elevate prestazioni operative, ridurre i costi di gestione e rispettare gli standard ambientali. Mediante un'attenta pianificazione e l'implementazione di soluzioni innovative, le compagnie possono migliorare la sostenibilità delle loro operazioni e contribuire alla protezione dell'ambiente marino.

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