La sfera onirica e l’Intelligenza Artificiale. Un connubio difficile da immaginare ma che oggi, nel vasto panorama dell’offerta AI che esplode con nuovi progressi a un ritmo elevatissimo, si concretizza in una connessione tra le più affascinanti.
Sebbene l'Intelligenza Artificiale sia un'entità priva di percezione e creatività proprie, è interessante notare come l’accostamento con il mondo enigmatico e sfuggente dei sogni umani sia ricorrente e consolidato da progetti strutturati che portano nel presente visioni a dir poco stupefacenti.
I sogni rappresentano un universo intriso di domande e significati nascosti, il risultato di un intricato intreccio di sensazioni, esperienze, ansie e riflessi della veglia. Eppure, nonostante la loro natura sfuggente, i sogni hanno sempre affascinato e spinto l'umanità verso la ricerca dei loro significati più profondi e simbolici, in una ricerca costante che sta trovando sfogo nell’Intelligenza Artificiale, alla ricerca di risposte e interpretazione che sfuggono alla mente umana. Perché non provare con quella di macchina?.
In questa intersezione tra scienza e sogno, emergono progetti innovativi che abbracciano l'unione tra l'AI e il mondo onirico. Dall'installazione artistica , alle interpretazioni dei nostri sogni elaborate dell'AI, fino ai progetti ambiziosi come Morpheus, che promettono di trasformare i sogni stessi in un campo di esplorazione e avventura, ci troviamo di fronte a una nuova frontiera della conoscenza umana, pronti a immergerci in territori inesplorati della mente umana con l'ausilio delle macchine.
Cosa succede quando si tenta di esplorare il regno onirico attraverso l'obiettivo freddo e razionale dell'intelligenza artificiale?
Questo è il quesito che ha guidato il gruppo di artisti italiani con base a Modena, noti con il nome di Fuse, nel loro progetto pionieristico chiamato Onirica.
Onirica nasce dalla collaborazione tra gli artisti di Fuse e il Laboratorio di Psicofisiologia del Sonno e del Sogno dell'Università di Bologna. Partendo da un vasto archivio di sogni raccolti da varie fonti, tra cui la "banca dei sogni"dell'Università della California, il team di fuse* ha intrapreso un viaggio attraverso l'intelligenza artificiale e la creatività per dare vita a un'installazione artistica che sfida i confini della percezione umana.
Attraverso l'utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale, il team di Fuse ha trasformato i sogni in prompt, con l’obiettivo di tradurre le parole in immagini. Il risultato sono una serie di brevi video prodotti dall’AI che vanno a condensarsi in un viaggio visivo nel labirinto dei sogni umani, che Fuse ha inserito in un’installazione per la fruizione dei visitatori.
Ma qual è il vero obiettivo di Onirica? Non è solo stupire e meravigliare, ma anche amplificare le domande su quanto la tecnologia possa modificare il modo con cui ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri.
Sorge spontaneo ai più raccontare i propri sogni alla ricerca di un feedback esterno, di un’interpretazione o di una visione che possa in qualche modo unire i tasselli di qualcosa apparentemente slegato e privo di senso. I fantasmi dei sogni fanno fatica ad andare oltre, proprio per via di un’interpretazione mancata..
Ora è possibile confrontarsi con un consulente personale, sempre disponibile a interpretare i sogni più bizzarri e ambigui: Dreamer Interpreter AI. Un consulente, sì, ma basato su intelligenza artificiale..
Alimentato dalla tecnologia OpenAI, lo strumento è progettato dai suoi sviluppatori per fornire interpretazioni dettagliate, sorprendenti, provocatorie e talvolta sconcertanti dei propri sogni. Il sistema si basa su un’approfondita comprensione del linguaggio naturale e su una vasta conoscenza delle connessioni simboliche e psicologiche, per fornire una prospettiva unica e forse illuminante nell’esplorazione del proprio subconscio.
Affascina e attrae la prospettiva di poter controllare i propri sogni. L’evento, piuttosto raro, è conosciuto con il nome di “sogno lucido”, un’esperienza onirica in cui il sognatore è consapevole di stare sognando e può esercitare un certo grado di controllo sui contenuti del sogno, compresi i personaggi, le ambientazioni e le situazioni..
Una situazione atipica che solo in pochi possono raccontare di aver provato almeno una volta. Ma forse, grazie all’Intelligenza Artificiale, i sogni lucidi potrebbero diventare la normalità, mettendo a disposizione di tutti la capacità di plasmare il mondo onirico a proprio piacimento..
Morpheus-1, sviluppato da Prophetic AI, monitora le attività cerebrali per individuare il momento perfetto del sonno REM e stimola anche il cervello con onde ultrasoniche mirate. Il risultato? Sogni lucidi assicurati, in cui è possibile vestire i panni del regista e del protagonista del proprio viaggio onirico..
Con 103 milioni di parametri, questo sistema AI è stato addestrato per interpretare i segnali cerebrali, esplorare la creatività più profonda e anche rivoluzionare la terapia psicologica. Studi preliminari suggeriscono che i sogni lucidi possano essere utilizzati per trattare disturbi come lo stress post-traumatico e l'ansia. La possibilità di auto-innescarli a comando apre oggi la strada a numerose nuove applicazioni per la cura mentale..
L'AI, pur apparentemente priva di profondità e creatività originale, oltre che di intuito e sensibilità, in maniera del tutto inaspettata, si sposa alla perfezione con la complessità dei nostri sogni, offrendoci una visione sorprendente e innovativa della nostra psiche. Attraverso progetti come Onirica, Dreamer Interpreter AI e le promettenti anticipazioni su Morpheus, sono molteplici i quesiti che ci portano a riflettere sulle implicazioni concrete che la tecnologia sta portando nelle nostre vite, sia quelle vissute nella veglia che nel mondo onirico..
Rimane quindi il grande quesito.
Dove finisce l’Intelligenza Artificiale, e dove iniziano i sogni?
E in quella terra di confine, in quello spazio di nessuno, la fantasia si abituerà ad avere l’AI a farle compagnia o sarà proprio lei a permetterle di cavalcare in mondi ancora più vasti?
Stiamo vivendo forse quella che verrà ricordata come la preistoria dell’interazione intelligente uomo-macchina. Se un giorno saranno gli algoritmi a scrivere anche i nostri sogni, dipende solo da noi.
Per ora.