Lunedì, 19 Febbraio 2024

Chi avrà il controllo dei dati del nostro cervello? Il passo rivoluzionario verso la connessione Mente-Macchina

Il primo impianto di microchip Neuralink su un essere umano è stato eseguito con successo.

Nel mondo della tecnologia e della ricerca scientifica, poche notizie hanno il potenziale di scuotere le fondamenta come l'annuncio rivoluzionario recentemente giunto da Neuralink, il marchio tecnologico del visionario Elon Musk. Più che famoso per le sue imprese audaci nel settore automobilistico e aerospaziale, Musk sta battendo la strada della connessione mente-macchina con inaspettato successo: il microchip Telepathy è stata impiantato poche settimane fa nel cervello di un volontario. Una notizia che non solo cattura l'immaginazione, ma che sta ridefinendo il futuro stesso dell’interazione umana con la tecnologia.

Neuralink, aspettative e selezione: chi vuole far parte della storia

Neuralink è uno dei simboli di ambizione e innovazione nel campo delle neurotecnologie propri di Elon Musk. Fondato tra il 2016 e il 2017, l’obiettivo di Neuralink è stato fin dall’inizio quello di sviluppare dispositivi idonei per l’impianto diretto nel cervello umano. Una missione audace nata dalla consapevolezza delle enormi potenzialità offerte dalla connessione mente-macchina, che potrebbero migliorare esponenzialmente la qualità della vita di persone affette da patologie cerebrali.

Il volontario che si è recentemente sottoposto all’operazione chirurgica, è stato il primo di una lunga lista di attesa che ammonta a migliaia di individui, desiderosi di sottoporsi ai test e alla sperimentazione, della durata prevista di 6 anni. Una lista di attesa, però, non aperta a tutti. Infatti, i requisiti per farne parte sono estremamente rigidi e orientati ai primi obiettivi del programma: le persone risultate idonee sono affette da condizioni quali quadriplegia dovuta a lesioni del midollo spinale, sclerosi laterale amiotrofica, cecità, sordità o incapacità di comunicare verbalmente. Devono avere almeno 22 anni e devono disporre di un caregiver affidabile e costante.

Elon Musk dichiara di voler procedere con gli impianti in 11 diversi volontari entro il 2024 e in 22mila entro il 2030.

Elon Musk: pioniere o semplicemente multimiliardario?

Quando si tratta di risorse finanziarie, decisamente in pochi riescono a competere con Elon Musk. Con una fortuna praticamente illimitata a sua disposizione, Musk ha dimostrato di essere un catalizzatore per l'innovazione in molteplici settori. E sebbene la sperimentazione su progetti simili a quelli portati avanti da Neuralink non siano una novità, che ha visto però in molti provare e fallire, la gran parte degli esperti concordano sul fatto che il diretto coinvolgimento di Musk e le sue disponibilità economiche smisurate possano essere la svolta tanto attesa per la tecnologia della connessione mente-macchina.

Parliamo oggi di una fantasticheria diventata realtà tangibile.

L’Ingegneria di Telepathy

Il microchip N1 della Neuralink impiantato sul primo essere umano, e battezzano Telepathy, ha le stesse dimensioni di una moneta ed è una meraviglia dell'ingegneria biomedica. Sigillato ermeticamente in un involucro biocompatibile che resiste alle condizioni fisiologiche del corpo umano, il dispositivo è alimentato da una piccola batteria ricaricabile in modalità wireless. Ma ciò che rende veramente straordinario il microchip N1 è la sua capacità di elaborare segnali neurali attraverso 1024 elettrodi distribuiti su 64 fili flessibili e ultrasottili, connessi direttamente al cervello.

I thread, elettrodi del diametro di 1/20 di un capello umano, sono collegati a un contenitore esterno chiamato LINK, che riceve impulsi e li trasmette a un dispositivo esterno per l'elaborazione dei dati. Questa sofisticata architettura consente al microchip di registrare l'attività neurale con una precisione senza precedenti, aprendo la strada a una vasta gamma di potenziali applicazioni.

L’operazione per impiantare il microchip N1 è stata effettuata da un robot appositamente progettato, attraverso cui i chirurghi hanno rimosso una piccola porzione del cranio e hanno impiantato il microchip con una precisione millimetrica: l’operazione è riuscita con successo e il volontario si sta riprendendo, ma non sono state rilasciate ulteriori dichiarazioni da Elon Musk.

In road map, inoltre, ci sarebbero due nuovi ambiziosi progetti firmati Neuralink: un impianto spinale per ripristinare i movimenti delle persone affette da paralisi e un impianto oculare per il recupero della vista. Progetti che rappresenterebbero una svolta potenziale e rivoluzionaria per l’umanità, aprendo nuove possibilità per il trattamento di una vasta gamma di patologie neurologiche e oftalmiche.

Oltre la tecnologia: dissociazione e dipendenza. Quali sono i rischi?

Mentre il mondo guarda con ammirazione e interesse – e anche timore - allo sviluppo della tecnologia di Neuralink, è fondamentale sollevare domande difficili e riflettere su tutte le sue implicazioni, sia positive che negative.

Sebbene nella fase di test i microchip Neuralink stiano dando priorità al miglioramento delle condizioni fisiche di persone affette da gravi patologie, è desiderio dichiarato di Elon Musk che i suoi microchip diventino un giorno “un fitbit nel nostro cranio”. Una visione fantascientifica, che riflette sull’evoluzionismo di uomo e macchina, in una sinergia estremamente cyber.

Non possiamo ignorare il fatto però che, nonostante le promesse di progresso e miglioramento, la tecnologia Neuralink non è priva di rischi. Anzi. Precedenti tentativi di inserire microchip nel cervello umano hanno portato a risultati disastrosi, con casi di deterioramento della salute mentale dei pazienti e gravi complicazioni fisiche. In alcuni casi, le interfacce neurali si sono mosse all'interno del cranio causando seri danni, mentre in altri casi si sono surriscaldate, mettendo a repentaglio la vita dei soggetti sperimentali.

Le sperimentazioni come quella condotta da Neuralink sollevano questioni etiche cruciali: sebbene possano rappresentare un passo avanti nella cura di malattie neurologiche, qual è il reale costo? E non si parla dei 10k di dollari con i quali Elon Musk vorrebbe esordire sul mercato, per rendere la tecnologia alla portata delle masse, ma delle conseguenze per gli individui che si troveranno a controllare i propri comportamenti attraverso mezzi artificiali.

Tra le questioni più cruciali vi sono i temi della privacy e dell’autonomia individuale. Chi ha il controllo dei dati del nostro cervello e come possono essere utilizzati?

Secondo verificate testimonianze, inoltre, a lungo andare i soggetti volontari finiscono spesso per diventare totalmente dipendenti dai dispositivi innestati, perdendo gradualmente la capacità di prendere decisioni autonome senza il supporto della tecnologia. Tuttavia, diventa oggi impossibile negare il potenziale trasformativo di tecnologie come Neuralink. Con il miglioramento degli strumenti, ci avviciniamo alla visione audace di Elon Musk di un futuro in cui il cervello umano è collegato direttamente alla tecnologia digitale. Ma si rende necessaria cautela e consapevolezza nel procedere, bilanciando il desiderio di progresso con una valutazione onesta dei rischi e delle implicazioni etiche.

Vale inoltre la pena riflettere su come l’evoluzione richieda e abbia sempre richiesto decisioni difficili ed eticamente complesse. Ricordando che per ogni passo avanti, c’è sempre stato un visionario a pavimentare strade sconnesse e non ancora battute, andando ben oltre i limiti dell’etica e del conosciuto socialmente imposti.

La follia nell’avventurarsi oltre le colonne d’Ercole porta spesso a formidabili passi in avanti che, ridimensionati e soppesati con lucidità, sanno portare l’uomo sempre un gradino più in alto.

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