Investire in un’infrastruttura medico sanitaria sempre più in linea con i moderni concetti di Digital Innovation, che sia in grado di supportare il personale nella migliore gestione possibile del paziente e di tutte le procedure ospedaliere connesse, significa individuare nella tecnologia eHealth lo strumento da impiegare in prima linea nel processo di trasformazione in corso.
Il tema non è poi così nuovo. Già dai primi anni ’90 il termine “eHealth” possedeva il suo peso specifico, ma è solo nel nuovo millennio che si è impresso nel presente, rendendo la sua adozione massiva un tema sempre più caldo e motivato.
Determinati meccanismi sono ormai entrati nel comune, come la condivisione digitale dei referti, le ricette elettroniche, gli appuntamenti gestiti online, ma la strada da fare è ancora molta.
Ad aver dato una brusca accelerata all’impiego di tecnologie informatiche e digitali all’interno del settore medico-sanico, è stata certamente la pandemia COVID-19. Con un irrigidimento delle distanze e delle procedure, la crisi sanitaria che ci ha coinvolti così violentemente a partire dal 2020 è stata complice di una presa di conoscenza importante, che ha aiutato l’eHealth a rendersi più di un supporto e banale ottimizzazione dei processi, ma una reale arma per l’abbattimento delle spigolature sanitarie.
Sono molteplici le esigenze alla base della progressiva trasformazione della Sanità in eHealth vera e propria. Parliamo di necessità legate all’aumento del tasso di anzianità, che provoca un aumento delle richieste e della disponibilità. Ma anche di una metodologia del tutto diversa a livello strutturale, capace di rivoluzionare e snellire il processo di cura di pazienti oncologici o con malattie croniche.
Come azienda di Digital Innovation con un’unità operativa verticalizzata in ambito tele medicina ed eHealth, Sync Lab ha anticipato i tempi, individuando nelle procedure relative alle cure oncologiche, che si caratterizzano a volte per falle comunicative tra paziente e medico, debilitando mentalmente e fisicamente il paziente, alcuni elementi chiave del supporto che la tecnologia rappresenterebbe per tutti gli specialisti e operatori del settore. Come testimoniano i numerosi casi studio dei progetti portati avanti con cliniche e ospedali, è per Sync Lab una prerogativa quella di agevolare i processi sanitari che vedono i pazienti oncologici soggetti a meccanismi cavillosi ed eccessivamente dispersivi. Agevolazioni che riguardano l’intero sistema di gestione del paziente e delle terapie associate.
È evidente che solo una rivoluzione digitale di settore a livello nazionale permetterà di raggiungere nuovi standard in fattori di accessibilità, flessibilità e agevolezza. Oltre a un taglio di costi e tempo e a una significativa riduzione dei rischi clinici. Pur registrandosi qualche passo indietro rispetto alla media europea, gli investimenti stanziati da parte del governo italiano a partire dal 2021 per la digitalizzazione della sanità attestano un importante cambio di rotta. Vedendo in dettaglio, sono stati predisposti 15,63 miliardi di euro da impiegare nel quinquiennio 2021-2026, per garantire non solo un incremento dell’uso tecnologico eHealth, ma anche di uno sviluppo in termini di coerenza territoriale. Nel dettaglio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede, come segnalato dalla missione 6, una suddivisione dei fondi per lo sviluppo di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (su cui verranno impiegati 7 miliardi di euro) e per l’innovazione, la ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale (con un investimento pari a 8,63 miliardi di euro).
Mentre è chiaro che le vicende legate alla crisi pandemica abbiano spinto il governo a mobilitare numerose somme, è importante chiarire quali siano gli highlights coinvolti, andando a decifrare le debolezze di un sistema non ancora strutturato. L’obiettivo a breve scadenza imposto dal Ministero della Salute mette in evidenza una falla nello sviluppo digitale sanitario, sottolineando la criticità territoriale nella quale si trova l’Italia. .
A livello di digitalizzazione esiste una divisione regionale del servizio sanitario nazionale e un’inadeguatezza allarmante delle infrastrutture ad agganciarsi alle nuove direttive nazionali. .
Si rende noto come, i sistemi tecnologici e digitali utilizzati nelle strutture spesso rispecchino questa frammentarietà, che lede e indebolisce il potenziale logistico e organizzativo dei software impiegati. Non è raro che in una singola struttura si utilizzino dispositivi o software differenti per ovviare a più soluzioni, oppure che la tecnologia non copra interamente la serie di processi necessari, non flettendosi e aderendo alle richieste di personalizzazione volte al perfezionamento del prodotto. .
Il limite fondamentale sono le problematiche legate all’ammodernamento dei sistemi con l’introduzione di nuovi e più avanzati software. La digital revolution è una sfida non solo tecnica, ma soprattutto culturale. Mentre a livello governativo l’obiettivo è incentivato e promosso, rimane da concretizzare il reale supporto alle figure chiavi e spesso operative del processo. .
L’upgrade a un più moderno e aggiornato sistema eHealth è un trasferimento dalle delicate complessità, che coinvolge sia i professionisti che i pazienti, con tempi logistici, che possono rallentare e debilitare gli standard gestionali sui quali lavora la struttura. .
Per evitare indebolimenti, è richiesto un impiego di consulenti capaci, che sappiano chiarire e dispiegare dubbi e perplessità, diradando pericolosi e intrusi disincentivi al miglioramento. Individuare l’impiego più performante delle tecnologie eHealth, significa investire sia a livello strutturale che in ambito costumer care sulla propria realtà, raccogliendo i frutti di un’infrastruttura digitale funzionale, aggiornata e sempre contestualizzata.