Il recente crollo del ponte sulla D19 Diramazione Roma Sud della Milano-Napoli, avvenuto il 22 settembre 2024, ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture in Italia. Fortunatamente, in questo caso, il peggio è stato evitato e non sono state registrate vittime, fatta eccezione per un operaio rimasto ferito. Un evento che comunque ha scosso l’immaginario di molti, riportandoci in breve tempo alla tragedia del Ponte Morandi a Genova, crollato nel 2018 insieme alla vita di 43 persone.
Si tratta di eventi che sollevano una questione cruciale: come è possibile incrementare la sicurezza delle infrastrutture come i ponti e come le tecnologie più avanzate possono venirci incontro?
Durante i lavori di demolizione del vecchio cavalcavia di Torrenova, la struttura ha ceduto improvvisamente, occupando interamente la carreggiata autostradale. Le cause del crollo sono ancora oggetto di indagine, con un fascicolo aperto dalla Procura di Roma che ipotizza il reato di crollo colposo, legato a possibili violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.
Il crollo, pur non avendo causato vittime, evidenzia la fragilità di alcune infrastrutture e la necessità di adottare approcci più moderni e preventivi per evitare tragedie in futuro. Ecco dove l'advanced monitoring entra in gioco come una soluzione innovativa.
Il termine advanced monitoring si riferisce a un insieme di tecnologie e tecniche innovative utilizzate per monitorare la salute strutturale di ponti, viadotti e altre infrastrutture critiche. Questa tipologia di soluzioni include sensori avanzati, droni, intelligenza artificiale (AI), e sistemi di raccolta dati in tempo reale.
Uno degli strumenti più efficaci nell'ambito del Structural Health Monitoring (SHM) è l'utilizzo di sensori a fibra ottica, che permettono di monitorare costantemente lo stato di salute della struttura, rilevando variazioni minime nella tensione, temperatura e vibrazioni. Un tipo di monitoraggio che può identificare anomalie o segni di deterioramento strutturale molto prima che si manifestino danni visibili o irreparabili.
Perché il suo approccio è da definire come differenziale?
Se il cavalcavia di Torrenova fosse stato equipaggiato con tecnologie di advanced monitoring, è molto probabile che le autorità avrebbero un discreto anticipo per rilevare eventuali segnali di cedimento in anticipo, evitando il crollo o prendendo tutte le accortezze del caso. I sistemi avanzati possono infatti intervenire in due modi cruciali:
In diverse parti del mondo, queste tecnologie hanno già dimostrato il loro valore. Ad esempio, in Giappone e negli Stati Uniti, sensori e sistemi di raccolta dati vengono utilizzati su ponti ad alto traffico per garantire la loro integrità strutturale in condizioni ambientali difficili. L’uso di droni per le ispezioni visive di difficile accesso ha velocizzato notevolmente i controlli, riducendo il rischio per gli operatori.
Anche in Italia, sono stati avviati alcuni progetti sperimentali. Il ponte San Giorgio di Genova, ad esempio, è dotato di un sofisticato sistema di monitoraggio con sensori distribuiti lungo tutta la struttura – 240, per la precisione -, in grado di raccogliere e analizzare dati in tempo reale. Si tratta di tipo di tecnologia che rappresenta un modello di eccellenza che potrebbe essere esteso a molte altre infrastrutture nel nostro Paese.
L'adozione maggiormente diffusa di tecnologie di advanced monitoring aiuterebbe a prevenire incidenti, ma anche a segnare un nuovo capitolo nella gestione della sicurezza infrastrutturale. Un ponte che crolla non è solo un evento tragico, è un segnale che dobbiamo fare di più per proteggere le nostre infrastrutture e le persone che le utilizzano.
In un mondo dove l'innovazione tecnologica avanza rapidamente, non possiamo permetterci di trascurare le opportunità che queste tecnologie offrono per rendere le nostre infrastrutture più sicure, durature e monitorabili. Il futuro dei nostri ponti, viadotti e strade, e l’evoluzione verso smart city consolidate, passa anche attraverso la capacità di adottare soluzioni proattive che vadano oltre il semplice intervento post-disastro.